Per i ricercatori

Associazione tra ipoacusia, cadute e fragilità incidente negli anziani

R.J. Kamil, J. Betz, B. Brott Powers, et al.

Journal of Aging and Health.2016;28(4):644-60

L’ipoacusia è molto diffusa negli anziani, tuttavia è sotto trattata. Sebbene essa contribuisca al rischio d’insorgenza di fragilità resta poco studiata. Questo studio ha il compito di determinare se negli anziani l’ipoacusia è associata allo sviluppo di fragilità e alle cadute. I risultati ottenuti dimostrano che l’ ipoacusia moderata o severa è associata all’aumento del rischio di sviluppare fragilità, e che l’ipoacusia è associata all’aumento annuale del rischio di cadute.

Consumo di latticini e rischio di fragilità negli anziani: Uno studio prospettico di coorte

A. Lana, F. Rodriguez-Artalejo e E. Lopez-Garcia

J Am Geriatr Soc. 2015;63(9):1852-60

Alcuni studi hanno riscontrato effetti positivi collegati all’assunzione di latticini negli anziani, ma le evidenze inerenti a questa raccomandazione restano scarse. Questo studio ha esaminato l’associazione tra il consumo di latticini e il rischio di fragilità negli anziani residenti in comunità. I dati ottenuti mostrano che l’elevato consumo di latte e yogurt magro sono associati ad un inferiore rischio di sviluppare la fragilità e nello specifico ad un ridotto rischio di perdita involontaria di peso e di riduzione della velocità del cammino.

L’energetica dell’invecchiamento e della fragilità: lo studio FRADEA

P. Abizanda, L. Romero, P.M. Sánchez-Jurado, et al.

J Gerontol A Biol Sci Med Sci. 2016;71(6):787-96

Il tasso metabolico a riposo (RMR) e la spesa di energia totale giornaliera (TDEE) si riducono con l’età, ma non è noto se è la fragilità a modulare questa associazione. Gli autori hanno ipotizzato che i valori di RMR e TDEE sono simili tra i giovani adulti e gli anziani non fragili, mentre essi sono inferiori negli anziani prefragili e in quelli fragili rispetto ai giovani adulti. Questo studio mostra che la condizione di fragilità modula le richieste energetiche dell’invecchiamento. Gli anziani fragili e prefragili presentano un ridotto eRMR rispetto agli anziani non fragili.

Impatto del sonno sulla sarcopenia: possibili connessioni ed implicazioni cliniche

R.D. Piovezan, J. Abucham, R.V. Dos Santos, et al.

Ageing Res Rev. 2015;23(Pt B):210-20

Riduzioni nella durata e nella qualità del sonno, l’aumento della prevalenza dei ritmi cicardiani e dei disturbi del sonno che si verificano con l’età, aumentano la proteolisi, modificano la composizione corporea ed aumentano il rischio di insulino-resistenza, tutto ciò è associato all’insorgenza di sarcopenia. Approcci terapeutici mirati ai disturbi del sonno, al fine di normalizzare i ritmi cicardiani e l’omeostasi del sonno, possono rappresentare una strategia innovativa per preservare o recuperare la salute dei muscoli negli anziani.

Fattori di richio e prevalenza di sarcopenia tra gli anziani che vivono in residenze per anziani

H.E. Senior, T.R. Henwood, E.M. Beller, et al.

Maturitas. 2015; 82: 418–423

La sarcopenia è definita come progressiva perdita di massa e di funzione muscolare con conseguenze significative per gli anziani sulla salute e sulla disabilità. Questo studio è volto a valutare la prevalenza ed i fattori di rischio di sarcopenia tra anziani ospiti di residenze per anziani, mediante l’uso dei criteri dell’ EWGSOP.

Effetto della supplementazione a base vitamina D e di proteine del siero arricchite con leucina, sulle misure di sarcopenia negli anziani, lo studio PROVIDE: uno studio clinico a doppio cieco placebo randomizzato controllato

J.M. Bauer, S. Verlaan, I. Bautmans, et al.

J Am Med Dir Assoc. 2015;16:740-747

Questo studio clinico è di tipo multicentrico a doppio cieco, randomizzato, controllato con 2 gruppi in parallelo di 380 anziani sarcopenici indipendenti. L’obiettivo è quello di testare l’ipotesi secondo la quale i supplementi nutrizionali assunti per via orale possano migliorare la condizione di sarcopenia. Dallo studio emerge che la supplementazione nutrizionale migliora la massa muscolare e la funzione degli arti inferiori, e che quindi può dare dei benefici nei pazienti geriatrici.

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